27 febbraio 2025 – I fulmini sono uno degli aspetti più affascinanti e spettacolari della meteorologia. Fenomeni atmosferici che, a causa della rapidità con cui hanno luogo sono sempre stati complessi da studiare e da comprendere. Osservati dall’uomo fin dall’antichità con timore e rispetto, si vedeva in essi una manifestazione divina: i Greci attribuivano i fulmini a Zeus, mentre i Romani li vedevano come un segnale di Giove. Con il processo della scienza, tale fenomeno ha iniziato ad essere studiato in modo più sist ematico. A tal proposito, già nel ‘700 grazie al contributo del celebre Benjamin Franklin con il suo esperimento del parafulmine, si capì che i fulmini erano scariche elettriche e non fenomeni soprannaturali. Da allora, lo studio dell’elettricità atmosferica si è evoluto, portando allo sviluppo di strumenti avanzati per monitorare e prevedere questi eventi e studiarne l’impatto sull’ambiente e i rischi che comportano, in particolare per l’aviazione. Pertanto, comprendere la formazione dei fulmini e, quindi, il processo di elettrificazione di una nube è un fattore determinante nell’ osservazione meteorologica e nella previsione a brevissimo termine, il cosiddetto now-casting: link