18 gennaio 2025 – Lo scorso 18 gennaio all’età di 79 anni è venuto a mancare un grande della meteorologia e un amico carissimo per molti di noi, Charles Doswell, Chuck. È con il cuore colmo di tristezza che lo ricordiamo soprattutto per coloro che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarlo personalmente.
Chi era Chuck Doswell? Penso che tutti i meteorologi del pianeta possano prontamente rispondere che era uno dei più grandi esperti di temporali estremi, soprattutto di quelli tornadici e delle supercelle. Chuck aveva scoperto moltissimo dei meccanismi dinamici che regolano la formazione delle supercelle delle Grandi Pianure americane. La sua produzione scientifica è sterminata e non staremo qui a farne un lungo elenco. La sua autorità in materia, del tutto indiscussa, lo aveva lo aveva indicato come scelta obbligata della American Meteorological Society (AMS) per svolgere il ruolo di Editor del volume Severe Convective Storms del 2001. Questo volume rappresenta tuttora un punto di riferimento imprescindibile per tutti coloro che vogliano capire qualcosa dei temporali estremi.
Il contributo forse più rilevante di Chuck alla meteorologia moderna è stato nello sviluppare una comprensione profonda della struttura delle supercelle, temporali descritti per la prima volta da Keith A. Browning all’inizio degli anni 60. Doswell insieme a Leslie R. Lemon pubblicò l’articolo fondamentale Severe Thunderstorm Evolution and Mesocyclone Structure as Related to Tornadogenesis su Monthly Weather Review nel 1979. Da allora non si contano i contributi alla comprensione delle supercelle che costituirono la linea guida del suo lavoro scientifico e che lo resero giustamente famoso in tutto il mondo.
Per tutto questo Chuck è riconosciuto tra i grandi della meteorologia e della fisica dell’atmosfera di ogni tempo. Pochi hanno scalato le vette da lui raggiunte. Chuck era un ricercatore puro con una curiosità sfrenata che lo ha portato a lavorare per decenni nel luogo che aveva eletto come suo luogo del cuore, Norman in Oklahoma. È appartenuto per molto tempo al National Severe Storms Laboratory (NSSL) della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). Ha insegnato alla Oklahoma University a Norman che è forse la città con la più alta concentrazione di esperti di tempo estremo sulla faccia della Terra ed è nel bel mezzo della tornado alley. Chuck questo lo sapeva bene ed è lì che ha scelto di vivere e lavorare.
Sì, ma chi era Chuck Doswell come persona? Qui viene la parte emotivamente più difficile per chi, come me, è stato suo amico. Chuck era un uomo a tutto tondo, senza compromessi e scorciatoie. Come la maggior parte di noi scienziati, non era una persona facile nel senso che era una persona diretta e schietta. Non mandava a dire ciò che pensava, era sincero e non sacrificava la sincerità a nessuna convenzione sociale. Potevi stare sicuro che ti avrebbe sempre detto ciò che pensava. Io reputo che ciò sia una delle caratteristiche di Chuck che me lo hanno reso più vicino e caro. Quando io e Martin Setvák negli anni 80 scoprimmo la presenza di pennacchi di cristalli di ghiaccio al top dei temporali a grande estensione verticale avemmo in Chuck un critico attento e non accondiscendente. Eravamo in visita come ospiti al NSSL per il progetto Verification of the Origins of Rotation in Tornadoes Experiment (VORTEX) nel 1994 e non eravamo ancora sicuri di ciò che effettivamente vedevamo da satellite. Chuck ci criticò con passione e ci fece fare passi avanti nella comprensione di un fenomeno che diventò poi compreso e che si rivelò uno dei meccanismi di umidificazione della stratosfera. Ecco come progredisce la scienza: attraverso la critica, talora anche il contrasto, ma nell’onestà e nella sincerità. Questo era l’atteggiamento di Chuck, da alcuni scambiato per sicumera o supponenza. Tutt’altro era Chuck, vi assicuro.
L’altra faccia del Chuck scienziato era poi lo storm chaser, il cacciatore di temporali. Questa era forse l’attività che lo gratificava di più. Quando poteva, caricava la sua jeep Cherokee bianca e partiva per le Grandi Pianure di Oklahoma, Texas, New Mexico e altro ancora. Per fare cosa? Per individuare e seguire i temporali, possibilmente tornadici, naturalmente! Chuck era uno storm chaser di riconosciute capacità e abilità che lo rendevano molto conosciuto nell’ambiente. Cacciare i temporali era la sua attività preferita e lui lo faceva con l’entusiasmo di un bambino con gli occhi che gli brillavano per l’eccitazione.
Non era, però, uno storm chaser dilettante, proprio no. Infatti Chuck era un Certified Meteorologist, cioè un meteorologo professionista certificato dalla AMS. Non era solo uno scienziato, ma avrebbe potuto svolgere il mestiere di meteorologo previsore se solo avesse voluto. Queste sue capacità le metteva in campo nelle sue scorribande nelle Pianure. Sapeva sempre dove doveva trovarsi per vedere i temporali e non mettersi in pericolo. Sappiamo bene che ciò è tutt’altro che facile.
Seguire i temporali non era tuttavia fine a se stesso. Chuck era uno straordinario fotografo professionista. Le sue foto di tornado, mesocicloni, fulmini e supercelle hanno fatto il giro del mondo e sono giustamente famose per la loro bellezza e perfezione tecnica. Pochi però realizzano quanta fatica e quanto tempo e pazienza hanno richiesto. Gli appostamenti sono stati tediosi e infiniti.
Ho lasciato per ultima un’altra attività di Chuck, forse quella meno conosciuta. Chuck è appartenuto per lungo tempo all’organizzazione dei Boy Scouts of America svolgendo ruolo di guida per i giovani in un approccio consapevole alla natura che tanto amava. Sì, Chuck aveva uno sviscerato amore per la natura e le sue fotografie lo documentano senza ombra di dubbio. Ricordo quando portò me e Martin Setvák a visitare il Big Bend National Park portandoci a pochi metri da un pacifico (almeno credo) branco di bisonti. A terra c’erano i miei adorati cactus in fiore. Un’esperienza che ancora ricordo con grande tenerezza e amicizia.
Cos’altro dire? È scomparso un grande uomo e un amico che ha onorato la mia vita e quella di molti altri. Mi mancherà il suo sorriso sornione sotto l’immancabile stetson da uomo delle pianure. Spero proprio che ora stia guardando i temporali dall’altra parte, su nei cieli di tutto il mondo, e che se la stia godendo un sacco. Ciao Chuck. (Vincenzo Levizzani)
Matt Holiner su X – https://x.com/chaser_summit/status/1880702137547751779
È con grande tristezza che il leggendario cacciatore di tempeste Dr. Charles Doswell III è deceduto questa mattina. Preghiere e condoglianze di cuore. Chuck era unico nel suo genere, il suo impatto nella ricerca sul maltempo e nella meteorologia avrà un effetto duraturo sulle generazioni future.
Pagina wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/Charles_A._Doswell_III
Google Scholar: https://scholar.google.com/citations?user=cJNJCS8AAAAJ&hl=en